L'On. Pelillo e Lonoce sollecitano Telecom Italia a risolvere la situazione dei dipendenti di Taranto
Gent.mo dott. Patuano,
Le scriviamo per sollecitarLa su una situazione che interessa i lavoratori Telecom Italia di Taranto.
Conoscendo la Sua sensibilità sui temi del lavoro e della vicinanza alla città di Taranto, ci permettiamo di coinvolgerLa su quanto sta accadendo ai lavoratori Telecom tarantini, auspicando una Sua risposta.
32 dipendenti della Telecom Italia della sede di Taranto (settore Caring), in larga parte donne, mamme e part-time, vedono a rischio il loro posto di lavoro a causa dell'ipotesi di trasferimento a Bari. Il 27 marzo del 2013 è stato sottoscritto un accordo sindacale (contestato da larga parte dei lavoratori interessati e dalle Organizzazioni Sindacali dei relativi territori), tra la Telecom Italia e le Organizzazioni Nazionali di categoria SLC-CGIL, FISTEL-CISL, UILCOM-UIL, che prevede la razionalizzazione delle sedi lavorative e la chiusura di 47 di esse considerate periferiche; tra queste c'è quella di Taranto. La sede in cui trasferirsi è quella di Bari.
Le facciamo presente - così come testimoniato dai lavoratori - che le attività si svolgono in modalità remotizzata, essendo di assistenza alla clientela (c.d. Servizio 187): si tratta dunque di mansioni che potrebbero essere svolte in qualsiasi parte d’Italia o in uno dei tanti immobili sul territorio di Taranto nella disponibilità dell’azienda Telecom. Non a caso, l’alternativa proposta ai singoli lavoratori è il telelavoro, che però - è quanto ci dicono gli stessi dipendenti - rappresenterebbe un isolamento ed un allontanamento non volontario del lavoratore dal normale ciclo produttivo con forte penalizzazione in termini di diritti e di condizioni lavorative. Altre considerazioni significative, a nostro dire, che rendono critica questa possibilità di trasferimento sono l'alto tasso di disoccupazione che grava sulla città di Taranto, in una realtà - quella della provincia jonica - caratterizzata da problemi gravissimi, di crisi del lavoro e dello sviluppo; è uno s d'emergenza sociale, ambientale e occupazionale, tant'è che la città di Taranto è stata interessata da numerose norme nazionali, come il D.L. n. 207 del 3/12/2012 (convertito con legge 231 del 24/12/2012) e il D.L. 129 del 7/8/2012 (convertito con legge 171 del 4/10/2012) che all’art 2. riconosce l’Area industriale di Taranto quale area in situazione di crisi industriale complessa; una situazione diversa, ma simile per gravità a quella de L'Aquila dopo il terremoto (la sede Telecom di L’Aquila è stata esclusa dalla chiusura delle sedi periferiche nell’accordo anzidetto). I lavoratori ritengono la motivazione di Telecom Italia di volere risparmiare sui fitti delle sedi locali non adeguata sul piano economico, dal momento che la sede di lavoro di via Campania a Taranto resterà utilizzata dalla stessa Telecom, quale sito tecnologico (contiene centrali telefoniche, apparati trasmissivi e sale permutatori) e costituisce posto di lavoro per circa altri settanta lavoratori. La nostra paura è che l'iniziativa dell'azienda possa essere il primo passo per abbandonare completamente il territorio di Taranto; si perderebbero posti di lavoro importanti.
Per scongiurare il trasferimento dei 32 lavoratori sono state numerose le attestazioni territoriali, come l’espressione unanime del Consiglio Comunale di Taranto del 20 marzo 2013 ed una nota del Prefetto di Taranto nei giorni immediatamente seguenti. Perciò, confidando in un suo impegno in tal senso, chiediamo a Telecom Italia di rivedere l'ipotesi di razionalizzazione e trasferimento e di revisionare i bandi emessi per il passaggio dei lavoratori da un settore all’altro, che al momento non permettono ad un lavoratore ad una percentuale di solidarietà, di aderire al bando per il passaggio in un settore che prevede una solidarietà più alta. Tra le soluzioni auspicate delle quali ci facciamo portavoce, c'è quella di poter lasciare al lavoratore stesso la facoltà di aderire al bando per passare in un settore a solidarietà più alta, pur di rimanere nella sua città e non essere trasferito.
Confidiamo nell’attenzione che ha sempre dimostrato per il nostro territorio e siamo certi di un Suo immediato interessamento, nella convizione che il mantenimento della sede di Taranto non stravolgerebbe il complesso dell’accordo sottoscritto il 27 marzo 2013. Restiamo in attesa di un Suo cortese riscontro.
on. Michele Pelillo
Taranto, 28 gennaio 2014 deputato PD
segretario commissione finanze della Camera dei Deputati
Il sindaco di Taranto facente funzioni
Lucio Lonoce
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